Prata d’Ansidonia

Prata d’Ansidonia

Prata d’Ansidonia è un comune italiano di 436 abitanti della provincia dell’Aquila, in Abruzzo, che comprende anche due frazioni: Tussio e San Nicandro. Fa parte della Comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli ed è stato uno dei paesi che, nel XIII secolo, contribuirono alla fondazione della città dell’Aquila.

Il primitivo insediamento italico vestino di Peltuinum esisteva già dal IV secolo a.C.; fu conquistato dai Romani nel I secolo a.C. dopo la “guerra sociale” degli italici contro Roma e trasformato in municipium. La posizione del villaggio era strettamente strategica per i traffici commerciali lungo la via Claudia Nova, situata nella piana di Navelli, in posizione facilmente collegata con la valle del Tirino, dove si snodavano i traffici dei mercanti e il viaggio dei pastori transumanti verso la Puglia.

Il villaggio subì una crisi a partire dal IV secolo d.C., forse per un terremoto, e fu successivamente abbandonato. In seguito si verificò un’attività di spoliazione per la costruzione del nuovo castrum longobardo di Castel Camponeschi e dei castelli dei borghi circostanti (Bominaco, San Nicandro, Tussio), mentre presso le rovine veniva costruita la chiesa di San Paolo di Peltuinum, sempre con materiale di spoglio. Peltuinum quando entrò nel dominio romano fu ascritta a tribù Quirina ed ebbe vasta giurisdizione, estendendosi fino alla valle del Tirino.

Fu tra le poche città d’Italia ad aver conservato, anche in epoca imperiale romana, la condizione di prefettura. Nel 1982 sono stati riportati alla luce dalla Soprintendenza diversi reperti archeologici ascrivibili al periodo imperiale della città come parte del recinto murario con torri, il teatro e il tempio di Apollo. La porta ovest di accesso era costituita da tre torrioni, due dei quali a specifica protezione dell’ingresso a doppio fornice, a pianta rettangolare. Dell’originale struttura in opera quadrata rimangono soltanto le impronte dei blocchi e alcuni conci degli archi. L’impianto della viabilità di Peltuinum è ortogonale all’asse centrale della via Claudia Nova, che attraversa in senso longitudinale la città.

Il nuovo castrum di Castello Camponeschi fu fondato nell’VIII secolo circa, mentre la vecchia Peltuinum veniva saccheggiata per la costruzione del castello di Civitas Sidonia (antico nome che diventerà “Prata d’Ansidonia”, ossia “Città di Sidonio”, signore del feudo a cui era stato donato il territorio di Peltuinum). Insieme a Civita Sidonia nacquero i villaggi di San Nicandro e Castelnuovo (oggi nel comune di San Pio delle Camere). Il centro originario era diviso tra Castello Camponeschi e Villa Prata.

Con i borghi di San Demetrio ne’ Vestini e Sinizzo-Stiffe, Prata fece parte della terra “Sinitiensis” e dipendeva, assieme a San Nicandro, dalla diocesi di Valva (ossia Sulmona-Corfinio). Nel 1254, come riporta lo storico Buccio di Ranallo, Prata fu tra i 99 castelli che parteciparono alla fondazione dell’Aquila.

Nel 1349 Prata fu danneggiata da un terremoto, così come nel 1461. Nel 1423 fu assediata dal capitano Braccio da Montone che marciava verso L’Aquila, poiché appoggiante la causa aragonese contro gli angioini aquilani. Prata insieme ai principali castelli che fondarono la città subirono l’umiliazione dell’assedio e della distruzione dei castelli. Nel 1586 fu feudo del barone Ortensio del Pezzo, poi della famiglia Nardis dell’Aquila.

Originalmente borgo autonomo, San Nicandro finì con diventare frazione di Prata insieme a Tussio. Nacque nel Medioevo con il materiale di spoliazione da Peltuinum ed era sorvegliata dal “castello di Leporanica”, posto su una montagnetta sovrastante l’abitato. Tale castello scomparve con la distruzione di Braccio da Montone.

Con la dominazione normanna (XII secolo) e insieme alle altre ville, San Nicandro conquistò l’autonomia, costituendosi in “castra”. Il Castrum Laeporanicae concorse a fondare la nuova città aquilana insieme a Castel Camponeschi, possedendo una porzione del quartiere di Santa Maria (tra i quattro quartieri storici aquilani).

La zona circostante di Prata fu scossa dal terremoto dell’Aquila del 1703, che danneggiò soprattutto il centro principale, e per cui necessitò la ricostruzione degli edifici secondo lo stile dell’epoca. Dal 1806 divenne comune autonomo, accorpando a sé Tussio, Castel Camponeschi e San Nicandro. Il 18 marzo 1861 venne riconosciuta ufficialmente sede municipale compresa nel circondario dell’Abruzzo Ulteriore Secondo con capoluogo L’Aquila (allora “Aquila”). Nel 1863 il comune vedrà cambiato il nome “Prata” a quello attuale “Prata d’Ansidonia” onde evitare omonimie con altri comuni italiani. Il 16 agosto 1882 entrò nella provincia di Aquila degli Abruzzi, essendo stato abolito il vecchio circondario. Infine l’11 gennaio 1940 il nome della provincia di Aquila degli Abruzzi cambiò nome in “L’Aquila”. Il Castello Camponeschi fu borgo abitato sino al 1963, quando si spopolò completamente, cadendo in abbandono fino ai primi anni 2000, quando fu recuperato in parte.

Il paese, come tutto il circondario, è stato duramente colpito dal sisma del 6 aprile 2009. Sono state lesionate le chiese (San Nicola, San Nicandro e San Paolo) e sono stati interrotti i lavori di restauro di Castel Camponeschi. In breve tempo la chiesa parrocchiale è stata riaperta al culto e anche la chiesa di San Nicandro non ha registrato particolari danni. Invece la chiesa di San Paolo, messa in sicurezza con interventi, a causa di un crollo interno è ancora chiusa.

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